GUERRA

1918-2018 IL VALORE: UMANITA’ RICONQUISTATA

Dopo quattro interminabili anni di battaglie cruente tra fili spinati e trincee, le iniziative austroungariche vengono arginate e poi respinte dai furiosi contrattacchi italiani. Cessano i colpi di mortaio, le requisizioni e le distruzioni di case e paesi. Le speranze di molti civili e di altrettanti soldati finalmente si realizzano. Il lungo conflitto lascia ferite profonde, ma la terra che aveva ospitato le trincee può ricominciare a ricoprirsi d’erba. Dopo la follia della guerra, un’umanità riconquistata unisce vincitori e vinti, persone che riscoprono il valore del dialogo, della convivenza e della pace”

LA GRANDE GUERRA E L'UMANITA' RICONQUISTATA

Continua il percorso di recupero della memoria di un evento che ha coinvolto e sconvolto un’intera comunità. Non c’è dubbio che le trincee rimasero fino alla fine del conflitto Il luogo capace di riassumere i tratti essenziali della Grande Guerra quali lo stallo e l’assalto disperato, i ripetuti tentativi di sfondamento con il loro enorme tributo di sangue. Accanto a milioni di soldati immersi nel continuo contatto con la terra, rimasero esposti alle mille insidie e minacce della guerra anche i civili sia delle terre occupate che i residenti in territorio italiano vicini alla linea dei combattimenti. Ad unire gli uni e gli altri vi è l’immagine del cielo, del volo degli aerei che lo solcavano, rappresentando un nuovo pericolo ma allo stesso tempo un elemento di fascino. Anche l’immagine dei duelli aerei, del singolo apparecchio contro un altro, rievoca nella memoria un suggestivo modo di guerreggiare, eco di antichi tornei cavallereschi, opposto e più umano rispetto alla carneficina anonima che si consumava sul suolo. Il cielo e la terra descrivono, nella loro opposizione, due universi mentali molto diversi, due modalità percettive diverse, tali da scrivere in forme radicalmente differenti esperienze e identità degli uomini in armi.

L'UMANITA' RINCONQUISTATA NELLA BOTTIGLIA

BottigliaVinoUmanitaRiconqiustata

Umanità riconquistata è un vino spumante rosato, che racchiude in sé alcune varietà d’uva dei primi anni del Novecento ed il valore di vinti e vincitori, che riscoprono il loro lato umano del dialogo, della convivenza e della pace. Frutto di un blend tra Pinot Nero e Raboso, unisce l’eleganza con la determinazione, proprio come quei civili e quei soldati, che alla fine del conflitto hanno riiniziato la loro vita.

Le ferite profonde lasciate dalla guerra, ancora presenti, vengono racchiuse nel suo colore rosato a testimonianza di quel ricordo lontano. Dal profumo elegante e raffinato, sviluppa leggere e delicate note floreali accompagnate da sentori di frutta rossa. Al palato si dimostra fresco e deciso, grazie alla sua acidità e ad un perlage molto fine e vellutato. La sua vivacità e freschezza si fondono con la sua mineralità e sapidità, per stimolare e sprigionare un’emozione, che solo l’animo può regalare. Di buona persistenza, lascia un ricordo puro e gentile di sé, questo è ... Umanità Riconquistata.

L'ARTISTA E L'OPERA D'ARTE

Korbely Istvan è nato a Szarvas (Ungheria) nel 1960 dove tuttora vive e dipinge.
Fa parte dell’Associazione degli Artisti Ungheresi ed è membro dell’Associazione della provincia di Bèkès.
Ha partecipato al ‘Muvèsztelep’, un luogo in cui gli artisti si ritrovano e dipingono insieme, sia in Ungheria che all’estero.
A Szarvas è il direttore artistico del museo Ruzicskay, che prende nome da un noto pittore del territorio.
In Ungheria organizza corsi di pittura in diverse città tra cui a Szentendre, Nagykanizsa e Pècs.
Le sue opere si trovano in numerose collezioni private e gallerie d’arte.
Come mentore il pittore riconosce Gerzson Pàl, pittore ungherese del Novecento e Aknay Jànos, pittore contemporaneo considerato uno dei più straordinari pittori surrealisti.
Tra le mostre più importanti dove il pittore ha esposto la sua arte si citano: in Ungheria nelle città di Szarvas, Budapest, Veszprèm, Bèkèscsaba, Debrecen, Miskolc e Pècs; all’estero in Austria, Spagna, Italia, Germania, Francia e Cina.
L’ispirazione del pittore ungherese è riassunta in queste sue parole: “il pittore vede i suoi pensieri come quadri, rappresentando l’immagine attraverso la propria personalità. Il mio scopo artistico è scoprire i colori e le sue infinite sfumature. Credo che la pittura sia una fluida e silenziosa comunicazione fra gli osservatori e l’artista. Per me è fondamentale che il mio mondo venga percepito pulito e sincero.”