VigneSPF
Boni et optimi vini de feleto
i vini e il territorio e la strada che li rappresenta
 
VigneSPFIl territorio del Feletto è attraversato dalla “Strada del Prosecco e Vini dei Colli di Conegliano-Valdobbiadene”, erede diretta di quella che è stata, nel lontano 1966, la “Strada del vino bianco”, prima arteria enologica italiana. L’itinerario abbraccia il territorio di produzione del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore, ovvero la più antica e vocata area di produzione del prosecco, DOCG dal 2009.
Al tracciato storico si affiancano dei percorsi tematici, in grado di valorizzare tutto il territorio, i suoi diversi paesaggi viticoli e le tante attrattive anche storico-artistiche disseminate lungo tutto il percorso.
In questo modo l’arteria enologica guida il visitatore tra vigneti ininterrotti, borghi e paeselli, regalando scorci e paesaggi di autentica bellezza e grande fascino, insieme a testimonianze medievali, eremi, chiesette secolari tracce della storia rurale e religiosa delle genti di qui.
Si tratta di un vero e proprio paesaggio culturale, candidato a Patrimonio Unesco, dove l’arte si accompagna alla straordinaria vocazione spumantistica e alla genuina gastronomia locale.
San Pietro di Feletto, lembo fortunato della “Marca Gioiosa et Amorosa” è situato a metà strada di questo percorso e rappresenta quindi il cuore della produzione del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg. Predomina la coltivazione e la produzione del prosecco nelle tipologie Frizzante e Tranquillo, spumante Brut, Extra Dry, Dry e Le Rive (quest’ultima tipologia distingue l’ulteriore provenienza specifica territoriale) e Colli di Conegliano Bianco. Vi è poi la possibilità di gustare degli ottimi rossi come il Colli di Conegliano Rosso e altri.
È naturale che le tecniche di lavorazione e produzione dei vini siano volte nel rispetto della tradizione e dell’arte del lavoro fatto a mano. La bontà del vino prodotto non si discute e gode di una fama secolare.
Si narra che il “vino dei Monti o del Feletto” fosse continuamente richiesto per la mensa dei Dogi, dei Re di Boemia e di Polonia.
Francesco Foscari, Doge di Venezia, scrisse il 6/11/1431 “mi si mandi il solito carico di vino buono ed ottimo di Feletto”.
E ancora: sembra che accogliendo nel luglio 1574 Enrico III re di Francia la comunità non trovò di meglio che far zampillare dalla pubblica fontana del borgo, “vino buono e generoso per tutti”.
Innumerevoli sono ormai le aziende agricole disseminate in tutto il territorio e oggi, proprio qui nel Feletto, è possibile passare di cantina in cantina e gustare direttamente l’ambrosia degli dei, ma anche i ristoranti e gli agriturismi della zona abbinano preziosamente i prodotti tipici locali con il vino più adatto.
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